Rieccoci con la seconda parte della mia riflessione sull’epigenetica e i benefici della meditazione!
L’ultima volta (vedi articolo qui) ho preso in esame gli effetti benefici delle pratiche meditative sull’invecchiamento cellulare e sull’infiammazione.
Oggi desidero riflettere con te sulle implicazioni di ciò che ti ho raccontato in quel post.
Ma prima, una premessa doverosa.
Gli studi di epigenetica sono complessi da strutturare e fare, richiedono un campione molto ampio e spesso i risultati mostrano dei “trend”. Questo ha portato (e porta) alcuni studiosi ad essere molto critici su quelli che sono i risultati di questi studi mettendo spesso in dubbio o ridimensionando fortemente l’ipotesi dell’impatto che l’epigenetica ha nelle nostre vite.
Su questo punto vorrei chiarire la mia opinione, poiché in queste obiezioni ci leggo innanzitutto quella tendenza alla critica tranchant di quella parte estremamente conservatrice della scienza, che tende ad arroccarsi su quello che è già noto e resistendo fortemente ad includere ciò che sono le nuove scoperte, che potrebbero scardinare teorie precedenti.
Ecco, su questo punto vorrei ricordare che la scienza si fonda su teorie, e che via via che lo sviluppo scientifico progredisce (e con esso anche la tecnologia per vedere con maggiore dettaglio ciò che si studia) possono essere confermate, smentite o modificate.
La scienza si fonda sul dubbio. Non c’è nulla di certo o determinato in essa.
Con gli studi di epigenetica si cerca di trovare una matrice comune al gruppo di individui che viene studiato.
Ma la traccia epigenetica individuale è unica, quindi è piuttosto prevedibile aspettarsi che possa esserci parecchia variabilità e che i risultati possano essere meno statisticamente significativi rispetto ad altri studi.
Sebastian Seung, scienziato geniale che studia le connessioni del sistema nervoso centrale, cioè quello che lui ha definito “connettoma”, dice che “noi siamo il nostro connettoma”.
Io ritengo che abbia ragione, ma penso che prima ancor del nostro connettoma noi siamo il nostro epigenoma, poiché ritengo che sia grazie alle risposte che il nostro codice epigenetico dà ai segnali e alle memorie in esso scritte, che anche il connettoma si può formare così com’è.
Noi siamo il nostro epigenoma, dunque.
Un codice complesso, con una componente ereditata e una enorme propensione alla trasformazione, perché è il nostro adattatore all’ambiente.
In questo senso, anche i benefici largamente attestati della meditazione sull’individuo hanno origine nel codice epigenetico per poi manifestarsi in sempre maggior scala creando nuove vie nervose, con l’azione antinfiammatoria, e così via.
Anche in questo caso, alla base di tutto c’è uno stimolo. Si può trattare di un evento esterno o interno.
Nel caso della meditazione, delle pratiche di mindfulness o di yoga, tai-chi, ecc., lo stimolo di partenza è l’avvio della pratica. Questo segnale entra nella cellula, raggiunge il nucleo e si lega a quel complesso sistema di fattori in grado di modificare l’asset epigenetico e rendere più o meno accessibile una determinata zona genica. A quel punto quella regione è accessibile all’enorme complesso proteico che si occupa di tradurre l’informazione scritta nel DNA in molecole (RNA o proteina) che possano rispondere adeguatamente al segnale di partenza.
Ora immaginate milioni, o miliardi di cellule rispondere allo stesso segnale.
La risposta che ne deriva è la risposta di tutto il sistema a quello stimolo.
Con la pratica costante il sistema si rimodula e si setta sulle nuove informazioni, proprio come quando si inizia un allenamento e man mano si progredisce con l’attività sportiva.
L’epigenoma impara a gestire una nuova pratica, e la risposta che ne deriva sarà sempre più fissata nel codice epigenetico quanto più viene ripetuta.
Chiaramente questo può valere per qualunque pratica desideri intraprendere (più o meno salutare), e i risultati che otterrai col tempo saranno in ogni caso importanti.
Si torna quindi ad un altro dei grandi fili conduttori del mio lavoro, cioè la responsabilità.
In te c’è un potentissimo motore di cambiamento, il nostro adattatore, il codice epigenetico.
Come utilizzare questo adattatore dipende dunque solo da te.
Per quanto mi riguarda, le tecniche di coerenza cardiaca e la meditazione sono da anni diventate parte della mia routine quotidiana, mentre ho ancora molto lavoro da fare per prendermi cura di me con un adeguato movimento fisico… So che è mia responsabilità, e pian piano arriverò anche lì…
E tu, c’è qualche pratica che ami e fai quotidianamente?
Ti leggo nei commenti!