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Epigenetica Evolutiva

Tu chiamale, se vuoi, emozioni…

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Vi siete mai soffermati su un’emozione nel momento in cui la provate? Cosa succede nel vostro corpo, come viene attraversato da essa? Come può accadere che un’esperienza astratta come quella del provare un’emozione abbia un effetto così potente sul nostro corpo?

Pensate alla gioia, a come dal petto si espande in tutto il corpo e lo riesca ad accendere come una vibrante fiaccola, o alla tristezza, a come ti faccia sentire freddo.

A partire dagli studi di Candace Pert della seconda metà del secolo scorso, è emerso che c’è una sostanziale unità tra la componente fisica e quella psicologica delle emozioni. Questi studi sono poi confluiti nella più recente branca scientifica denominata Psiconeuroendocrinoimmunologia.

Citando la dottoressa Pert, infatti, sono le emozioni a unire fra loro mente e corpo.

In altre parole, in noi scorrono molecole delle emozioni: i peptidi, i neurotrasmettitori, gli ormoni e gli immunomodulatori agiscono non solamente sul cervello, ma su tutto l’organismo. In questo modo si produce un effetto a cascata in cui effettivamente tutti gli organi e tutti i sistemi corporei vengono coinvolti.

L’emozione dunque viene registrata nel corpo, e memorizzata dalla nostra epigenetica.

In noi scorrono molecole delle emozioni: i peptidi, i neurotrasmettitori, gli ormoni e gli immunomodulatori agiscono non solamente sul cervello, ma su tutto l’organismo. In questo modo si produce un effetto a cascata in cui effettivamente tutti gli organi e tutti i sistemi corporei vengono coinvolti.  - Tu chiamale, se vuoi, emozioni... - Epigenetica Evolutiva

Photo Credits: S&B Vonlanthen via Unsplash.

La molecola dell’emozione si lega al suo specifico recettore presente sulla membrana delle cellule e attiva un flusso di segnali che arriva fino al DNA. Di conseguenza, provoca una reazione che porta alla produzione di ulteriori molecole e a un effetto cellulare e sistemico.

C’è un sottile e finissimo equilibrio, legato al numero di molecole circolanti, alla presenza di recettori disponibili, alla quantità stessa di recettori sulle cellule, che può modulare la risposta ogni tipo emozione.

La regolazione della quantità di molecole leganti e di recettori è finemente regolata. Si tratta di una regolazione epigenetica. È anche possibile che molecole con struttura simile a quella responsabile di un’emozione si leghino al recettore, impedendo l’accesso della molecola dell’emozione.

Questo può accadere sia con molecole endogene, sia con molecole esogene, portate dunque da fuori, e anche questo ha un effetto regolatorio. Per esempio, gli oppiacei e le endorfine endogene si legano allo stesso recettore, generando lo stesso effetto. Inoltre, in presenza di grandi quantità di legante, il recettore può perdere la facoltà di legarsi ad esso, impedendo la trasmissione del segnale.

Questo sistema di recettori e leganti è stato considerato come una delle unità base del linguaggio usato dalle cellule di tutto l’organismo per comunicare attraverso apparati come il sistema endocrino, il sistema nervoso, l’apparato gastrointestinale, il sistema immunitario.

Nell’insieme si crea un’integrazione tra struttura e funzione che consente all’organismo di svolgere le sue attività in modo fluido e intelligente.

Gli studi più avanzati suggeriscono sempre di più che non esista un primato del cervello sul resto del corpo. L’elaborazione delle emozioni e dei vissuti avviene in modo sistemico ovunque nel corpo, come una rete perfettamente integrata di segnali e risposte. Il sistema limbico, considerato il centro dell’elaborazione delle emozioni, e il corpo stesso con le sue manifestazioni, agiscono in simultanea. Utilizzano un percorso a doppio senso in cui l’uno influenza l’altro e viceversa.

Citando il dottor Elmer Green, “Ogni cambiamento nello stato fisiologico è accompagnato da un cambiamento correlato nello stato mentale emotivo, cosciente o no, e viceversa, ogni cambiamento nello stato mentale emotivo, cosciente o no, è accompagnato da un corrispondente cambiamento nello stato fisiologico”.

Il corpo è dunque in grado di registrare qualunque emozione, qualunque evento ci accada. Si può addirittura affermare che il corpo è la nostra mente inconscia, e che esiste un legame tra le zone del corpo coinvolte e differenti stati emotivi e traumatici. - Tu chiamale, se vuoi, emozioni... - Epigenetica Evolutiva

Photo Credits: Rahadiansyah via Unsplash.

Il corpo è dunque in grado di registrare qualunque emozione, qualunque evento ci accada. Si può addirittura affermare che il corpo è la nostra mente inconscia, e che esiste un legame tra le zone del corpo coinvolte e differenti stati emotivi e traumatici.

Questo spiega perché, come mostrato nel 2004 in una meta-analisi, il massaggio terapeutico possa avere un’efficacia quasi sovrapponibile a quella della psicoterapia. Integrare tecniche psicoterapiche a quelle corporee, massimizza gli effetti terapeutici, nella misura in cui permette di ottenere catarsi e consapevolezza insieme, rilascio energetico dal corpo e liberazione emotiva.

Il corpo come porta verso i lidi di emozioni e di energia”, come scrisse la dottoressa Poli nel meraviglioso “Anatomia della Coscienza Quantica”.

Il meccanismo di memoria sembra essere legato al cambiamento biochimico del recettore sulla membrana cellulare.

Come prima ho accennato, l’effetto si propaga come un’ondata all’interno della cellula. Questo avviene in molteplici modi. Per esempio, attraverso una cascata molecolare di segnale in cui il recettore attiva un enzima o una proteina al suo interno che a sua volta ne attiva altre fino ad arrivare nel nucleo dove verrà attivata la trascrizione genica secondo i meccanismi epigenetici.

Ma esiste anche un altro modo, molto più rapido. Quando un recettore è inondato da un legante, esso modifica la membrana cellulare in modo tale da facilitare o inibire la possibilità che la membrana su cui risiede il recettore venga attraversato da un impulso elettrico. Questo ha molteplici funzioni. Può influenzare la scelta dei circuiti neuronali che verranno usati, ma può anche essere una velocissima modalità comunicativa che attraversa l’intero organismo in pochissimo tempo. Ho accennato a questa affascinante possibilità, quando ho parlato delle capacità di semiconduttore di molti dei nostri tessuti e molecole (QUI).

Queste scoperte sono importanti per valutare come i ricordi siano immagazzinati non soltanto nel cervello, ma in una rete psicosomatica che si estende a tutto il corpo. In particolare si trovano nei recettori onnipresenti fra i nervi e i fasci di cellule chiamati gangli, distribuiti in tutte le vie neuronali che conducono agli organi interni e alla superficie stessa della pelle. È possibile che concentrazioni di recettori in determinati punti siano localizzati in corrispondenza dei meridiani energetici della medicina tradizionale cinese. In questi punti partono vie rapidissime, di tipo elettrico, che si dipanano lungo i fasci fino agli organi e viceversa. Si tratta di una silenziosa, ma veloce ed altamente efficiente modalità.

Dire che un ricordo è codificato a livello di recettore e modulato costantemente a livello epigenetico (dove viene registrato), significa che i processi della memoria sono regolati dall’emozione e soprattutto sono inconsci.

La modulazione della sensibilità del recettore, della sua disposizione rispetto agli altri recettori intorno ad esso, della quantità stessa della molecola legante, influiscono e regolano la nostra percezione delle emozioni e quindi della realtà che ci circonda. La realtà che viviamo dipende esclusivamente dalle nostre percezioni: in pratica la creiamo noi. Le emozioni modulano di continuo ciò che noi sperimentiamo come “realtà”. Le informazioni sensoriali che arriveranno al cervello, infatti, per essere filtrate dipendono anche dai segnali che i recettori ricevono dalle molecole delle emozioni.

I nostri ricordi sono indissolubilmente legati alle emozioni da cui derivano, non possono prescindere da esse, e probabilmente sono memorizzati grazie ad esse.

Visto l’effetto sistemico delle emozioni è facile intuire come esse abbiano effetto su ogni apparato, andando a modificarne la funzionalità. Così dunque accade che la paura alteri la funzionalità del sistema endocrino, cambi il modo in cui respiriamo, diminuisca la forza del sistema immunitario, ci predisponga a disturbi funzionali. Ogni emozione modula le capacità del nostro organismo di agire.

Più uno stato emotivo persiste, più il corpo si abituerà a rispondere in quella maniera, facilitando l’insorgere di disturbi che altro non sono che i segnali del nostro corpo che indicano con insistenza dove guardare, cioè quale stato emozionale sta agendo in quel momento.


Ogni emozione viene dunque vissuta in tutto l’organismo contemporaneamente.

Mappa delle emozioni nel corpo. La mappa mostra regioni con un aumento di attivazione nei toni caldi, e con una diminuzione di attivazione nei toni freddi quando si percepiscono le emozioni citate. - Tu chiamale, se vuoi, emozioni... - Epigenetica Evolutiva
Mappa delle emozioni nel corpo. La mappa mostra regioni con un aumento di attivazione nei toni caldi, e con una diminuzione di attivazione nei toni freddi quando si percepiscono le emozioni citate.

Photo Credits: Nummennmaa L., Glerean E., Hari R., Hietanen J.K., “Bodily Maps of Emotions”, Proceedings of the National Academy of Sciences, Jan 2014, 111 (2) 646-651; DOI: 10.1073/pnas.1321664111

Nel 2013 un interessante studio finlandese ha mappato gli effetti sul corpo di alcune emozioni, come potete vedere nella figura qua sopra.

Ciò che più mi ha incuriosita di questo studio, e in particolare di quest’immagine, è che il cuore è spesso coinvolto nei meccanismi emotivi.

Con l’amore, la felicità e l’orgoglio si ha un’attivazione marcata dell’area cardiaca. E’ affascinante notare le differenze tra un’emozione e l’altra, di come l’amore sia l’emozione più potente nell’attivare i nostri principali centri energetici.

Mi hanno colpita molto anche le sagome che rappresentano la rabbia e la paura. Esse sembrano mostrare un’intensa attivazione, anche nell’area cardiaca: il corpo che si carica per l’azione. Depressione e tristezza mostrano, d’altro canto, una perdita di energia in braccia e gambe (e a livello della testa nella depressione). Questo sembra davvero indicare la mancanza di azione che solitamente queste due emozioni portano.

Della relazione tra cuore ed emozioni ho parlato QUI e QUI, raccontando di questo organo magnifico e del suo campo elettromagnetico.

Fonti:

Candace Pert, “Molecole delle emozioni”.

Moyer et al. “A Meta-Analysis of Massage Therapy Research”, Psychological Bulletin, 2004, Vol.130, No. 1,3-18.

Ahn et al., “Electrical impedance along connective tissue planes associated with acupuncture meridians”, BMC Complementary and Alternative Medicine, 5 (1), 10, 2005

Photo Credits: Nummennmaa L., Glerean E., Hari R., Hietanen J.K., “Bodily Maps of Emotions”, Proceedings of the National Academy of Sciences, Jan 2014, 111 (2) 646-651; DOI: 10.1073/pnas.1321664111

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