“Tutti dicono che il cervello sia l’organo più complesso del corpo umano, da medico potrei anche acconsentire.
Ma come donna vi assicuro che non vi è niente di più complesso del cuore, ancora oggi non si conoscono i suoi meccanismi. Nei ragionamenti del cervello c’è logica, nei ragionamenti del cuore ci sono le emozioni.”
Rita Levi-Montalcini
Le emozioni e il cuore, da sempre strettamente intrecciati nella letteratura e nelle narrazioni di ogni parte del mondo.
Il cuore, dunque.
Se fosse effettivamente il luogo da dove tutte le emozioni originano, come antiche sagge popolazioni affermano da sempre? Negli anni ’90, negli Stati Uniti, venne fondato un istituto di ricerca, l’HeartMath Institute, il cui principale scopo era proprio quello di studiare quella che loro definiscono come l’intelligenza cardiaca.
Quello che emerse è che il cuore ha un sistema nervoso indipendente, distinto da quello cerebrale, contenente circa quarantamila neuroni, suddivisi in 7 gangli distribuiti in tutto l’organo e ben 6 miliardi di connessioni.
Esiste una comunicazione tra il sistema nervoso cardiaco e il cervello, con vie che mandano impulsi dal cervello al cuore e viceversa. Attraverso il sistema simpatico il cervello condiziona l’attività cardiaca, mentre il cuore, tramite il parasimpatico, invia il suo feedback al cervello. Sorprendentemente (ma non troppo), i fasci neuronali che mandano impulsi dal cuore al cervello, in particolare all’amigdala e alle aree frontali della corteccia, sono 9 volte più numerosi rispetto a quelli che fanno il percorso contrario.
Ciò significa che il cuore manda molte più informazioni al cervello rispetto a quante ne riceve.
Le informazioni giungono nell’amigdala, considerata come il centro delle emozioni.
Il cuore manda le informazioni al cervello e al resto del corpo sicuramente attraverso almeno altre tre vie:
- Attraverso messaggeri biochimici (anche il cuore secerne numerosi ormoni e molecole delle emozioni),
- Tramite una comunicazione biofisica (l’onda della pulsazione del cuore stesso), e
- Sfruttando il campo elettro-magnetico da essa creato.
Per quanto riguarda la comunicazione biofisica si tratta di un sistema oscillatorio che genera frequenze, onde sonore di ritmo variabile a causa della successione di toni e battiti. Attraverso il suo ritmo, con toni, battiti e pause, il cuore parla a tutto il corpo.
Il campo magnetico cardiaco è 5 000 volte più potente di quello del cervello e di tutti gli altri organi, ed è in grado di influenzarli in modo significativo. La sua struttura è toroidale, cioè le onde elettromagnetiche entrano ed escono dal cuore secondo linee di flusso.
Si è scoperto che anche il “cervello cardiaco” può processare e codificare informazioni internamente. Può imparare; ha una memoria a breve e lungo termine e possiede anch’esso plasticità neurale.
Tornando al cuore, alcune informazioni aggiuntive di grande importanza:
- Il cuore inizia a battere alla quarta settimana di gestazione, molto prima che si formi il cervello. Secondo la teoria dei biocampi, lo sviluppo embrionale sembra essere guidato da una serie di campi morfogenetici alimentati dal campo cardiaco, che regolano la differenziazione cellulare e la costruzione delle forme dell’organismo;
- I segnali che il cuore manda al cervello coinvolgono principalmente i centri implicati nel pensiero strategico, nei tempi di reazione e nell’autoregolazione, oltre che i già nominati centri emotivi;
- l cuore aiuta a sincronizzare col suo campo elettromagnetico molti sistemi del corpo, così che possano funzionare in armonia tra loro.
Sempre all’HeartMath Institute hanno dimostrato che le informazioni relative al nostro stato emozionale sono codificate nel campo magnetico irradiato dal cuore.
In tal modo è stata confermata l’esistenza di questo sottile sistema di comunicazione energetica elettromagnetica che opera al di sotto della consapevolezza, nel regno dell’inconscio.
Questo potente sistema ci connette energeticamente gli uni agli altri e ci permette di percepire le emozioni altrui prima ancora di avere indizi dal linguaggio corporeo o non verbale.
Questo campo elettromagnetico può essere influenzato da qualunque altro campo elettromagnetico, da quello terrestre, a quello solare, a quello delle apparecchiature elettroniche.
Non solo: il campo energetico prodotto dal cuore è in grado di captare informazioni che potremmo definire “intuizioni delocalizzate”, nel senso che trascendono lo spazio e il tempo.
Appartengono dunque al campo quantico.
Esempi di “intuizioni delocalizzate” possono essere le sincronicità, i momenti di preveggenza, di chiaroveggenza o chiaroudenza, quando insomma riceviamo informazioni da un campo di conoscenza universale che trascende da noi.
In questo elegante esperimento, poi riprodotto da altri laboratori, hanno dimostrato che sia il cervello che il cuore sono in grado di rispondere ad eventi futuri prima che essi accadano. Straordinariamente, il cuore riceve sempre l’informazione prima del cervello. Inoltre, a seconda della qualità emozionale dell’evento futuro, il cuore manda segnali neurali diversi alle differenti regioni cerebrali. Solo quando il segnale dal cuore raggiunge la corteccia cerebrale, allora parte il pre-stimolo da parte del cervello. Questo importante studio ha portato anche alla comprensione che uno stato di coerenza cardiaca amplifica la potenza del segnale e il suo effetto nel cambiare l’attività delle aree frontali del cervello. Questo dimostra che in uno stato di coerenza si è maggiormente intuitivi. Ulteriori studi hanno osservato che le “intuizioni delocalizzate” sono amplificate da una connessione sociale, quindi dalla simultanea presenza di altre persone impegnate nella stessa attività.
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E se dunque fosse il cuore il “traduttore ufficiale” dell’emozione, che provenendo dal regno dell’energia (dunque quantico) viene convertita in segnale molecolare (molecole delle emozioni) ed elettromagnetico?
Attraverso questa duplice modalità l’emozione si propagherebbe al cervello e in tutto il corpo simultaneamente.
Ne parleremo ancora, e ancora…
Alcune fonti:
McCraty et al., “The coherent heart: Heart-brain interactions, psycophysiological coherence, and the emergence of system-wide order”. Integral Review, 2009. 5(2): p.10-115.
“Le emozioni che curano”, di Erica Francesca Poli.
McCraty et al., Electrophysiological evidence of intuition: part 1. The surprising role of the heart. J Altern Complement Med, 2004. 10(1): p.133-43 & McCraty et al., Electrophysiological evidence of intuition: part 2. A system-wide process? J Altern Complement Med, 2004. 10(2): p.325-36.
Rezaei et al., Non-local intuition: replication and paired-subjects enhancement effects. Global Advances in Health and Medicine, 2014. 3(2): p.5-15.